Oggi le pene prevedono una multa da 161 a 646 euro e la decurtazione di cinque punti dalla patente di guida, punti che vengono restituiti se nei due anni successivi l’automobilista non incorre nella medesima infrazione. In caso di recidiva, oltre alla perdita definitiva dei punti scatta pure la sospensione della patente da uno a tre mesi.
Con la modifica all’articolo 173 del Codice della Strada proposta dalla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, che sembra avere buone chance di completare l’iter parlamentare, si punta invece a regolamentare meglio e a sanzionare più severamente l’utilizzo dello smartphone al volante.
Innanzitutto si cercherà di fare chiarezza sull’elenco dei dispositivi mobili vietati, visto che adesso si citano soltanto ‘cellulari’ e non meglio specificati ‘apparecchi radiotelefonici’, menzionando espressamente smartphone, computer portatili, notebook, tablet e dispositivi analoghi. In secondo luogo sarà esteso il concetto di ‘distrazione’ alla guida, prevedendo la multa non solo per chi viene pizzicato con il cellulare in mano, ma anche per chi allontani la mano dal volante semplicemente per premere un tasto del telefonino (pure se fosse soltanto per rifiutare una chiamata).
E poi, come anticipato all’inizio, saranno inasprite le sanzioni con la sospensione della patente da uno a tre mesi già in caso di prima violazione (mentre la recidiva costerà da due a sei mesi) e raddoppiando l’ammenda dalla seconda infrazione in poi (da 319 a 1276 euro).
La nuova legge dovrebbe infine introdurre una misura sulla trasparenza relativa alla destinazione degli introiti derivati dalle multe emesse dai Comuni, obbligando gli stessi a investirli per il 50% in iniziative per la sicurezza stradale.